POP ART
La Pop art (abbreviazione di Popular Art),è un movimento artistico nato nel Regno Unito e negli Stati Uniti tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60.
Nella società statunitense degli anni Sessanta, in pieno boom economico e ascesa del consumismo sfrenato, gli idoli da venerare non si trovavano più nelle chiese, ma negli schermi dei televisori e sui cartelloni pubblicitari. Al mondo in bianco e nero della prima metà del secolo si contrapponeva quello sgargiante, colorato ed eccessivo del benessere che sembrava essere alla portata di tutti. Cambiavano i valori, cambiava la visione del mondo, cambiava la società.
Warhol, Lichtenstein e gli altri artisti della Pop Art hanno raccontato questa rivoluzione, e lo hanno fatto usando le stesse “armi” usate dalla società dei consumi, al punto da rendere difficile la distinzione tra la provocazione pura e il business calcolato. Ma forse sta proprio in questo la forza del consumismo: non puoi metterlo in discussione senza finire col farne parte, come una cornice dalla quale è impossibile uscire.
LA POP ART: PROTAGONISTI E OPERE
1. La Pop Art è una corrente artistica nata nella seconda metà degli anni Cinquanta negli Stati Uniti per poi diffondersi con successo anche in Europa negli anni Sessanta. I principali esponenti di questa corrente furono Andy Warhol, Roy Lichtenstein, James Rosenquist e Claes Thure Oldenburg.
2. Il nome Pop Art è l’abbreviazione di “popular art”, per sottolineare come questa nuova corrente artistica traesse ispirazione da soggetti “popolari”, ispirati cioè dalla cultura di massa.
Pubblicità, televisione, cinema, ma anche scaffali dei supermercati diventano i soggetti delle opere d’arte, come le celebri scatole di barattoli di salsa Campbell di Warhol, gli eroi del cinema e dello spettacolo o le immagini colorate dei fumetti.

3. Gli artisti della pop arte cercano ispirazione nella società del loro tempo, nella cultura di massa, raccontano ciò che li circonda.
4. Come ogni corrente artistica, anche la Pop Art è figlia del suo tempo. Negli anni Cinquanta, sulle macerie lasciate dalla Seconda Guerra Mondiale, stava nascendo una società che vedeva nella produzione di massa di beni di consumo e nelle moderne tecnologie domestiche (lavatrici, frigoriferi ecc.) un evidente segnale di progresso.
La Pop Art sfrutta proprio le modalità di comunicazione e la filosofia della società dei consumi, trasformandole in arte, con un chiaro intento ironico e provocatorio.
5. Il re della Pop Art è sicuramente Andy Warhol,
l’artista che più di tutti è riuscito a cogliere il cuore dell’America degli anni Sessanta, con i suoi miti e i suoi punti di riferimento. Le sue serigrafie prodotte in serie, che rappresentano attrici come Marilyn Monroe o prodotti industriali come i barattoli della zuppa Campbell sono un’ironica dimostrazione di come l’arte sia un prodotto “da consumare”. Come se fosse uscito da una fabbrica per entrare nelle case delle persone che hanno i mezzi per acquistarlo.
6. Altro grande esponente della Pop Art fu l’americano Roy Lichtenstein, che prendeva ispirazione dal mondo della pubblicità e dei fumetti.
Le sue opere più famose si basano sull’ingrandimento di oggetti comuni tratti da pubblicità e fumetti fino a rilevarne la retinatura con i punti delle tinte primarie. I testi che spesso accompagnano le opere, uniti all’uso di colori decisi o del bianco e nero, rendono le sue opere semplici ma incisive.
7. Altro esponente di spicco della Pop Art è sicuramente Claes Thure Oldenburg, che realizzò enormi sculture in gesso dipinto raffiguranti gelati, hot-dog o oggetti della vita quotidiana, per evidenziare la voracità del consumismo che sembra muoversi nella società con la forza devastante di un inesorabile gigante.

8. Tra i “figli” della Pop Art ci sono sicuramente gli artisti di strada Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, quest’ultimo scoperto proprio da Andy Warhol.
Entrambi, con i loro graffiti, hanno raccontato la cultura popolare della New York anni Ottanta, fatta di asfalto bollente, consumismo esasperato e un’irrefrenabile energia che consumava tutto, come se non esistessero né passato, né futuro, ma solo un fugace presente da addentare come una mela matura.

VIDEO x approfondimenti
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