Figure avvolte da zentangle pensando alle opere di Klimt. Classi 3A, 3B, 3C Scuola sec. I grado Filottrano
Lo
Zentangle è un metodo di disegno che usa ripetitivamente tutte le forme
geometriche e curvilinee. Lo scopo è quello di indurre calma e
meditazione attraverso linee e forme. La tecnica è semplice da capire,
oltre ad essere rilassante e divertente. Non importa che cosa viene
fuori: la cosa importante è collegare la nostra mente con la nostra mano
e la carta. Ciò ci permette di creare nuovi pensieri e prospettive,
cosa che ci aiuta a fluire e a concentrarci sul presente. È per questo
che l’uso della gomma non è concesso: sarebbe come cancellare noi
stessi.
mercoledì 24 ottobre 2018
ALBERI REALISTICI classi 1A1B1C scuola sec. I grado Filottrano
INIZI – A dispetto della francesizzazione del suo nome,
Marc Chagall è stato il pittore più importante che la Bielorussia abbia
avuto. Nato a Liosno, presso Vitebsk il 7 luglio 1887, il suo vero nome
è Moishe Segal; il nome russo sarebbe stato Mark Zakharovic Sagalov,
abbreviato in Sagal, che secondo la trascrizione francese sarebbe poi
diventato Chagall. Nato in una famiglia di cultura e religione ebraica,
figlio di un mercante di aringhe, è il maggiore di nove fratelli. Dal
1906 al 1909 studia prima a Vitebsk, quindi all’accademia di
Pietroburgo. Tra i suoi insegnanti c’è Léon Bakst, pittore e scenografo
russo, studioso dell’arte francese. Questo è un periodo difficile per
Chagall in quanto gli ebrei potevano vivere a Pietroburgo solo con un
permesso apposito e solo per breve periodi. Nel 1909, nei suoi frequenti
ritorni a casa, incontra Bella Rosenfeld, che diverrà in futuro sua
moglie.
TRASFERIMENTO A PARIGI
– Dopo le prime esperienze e l’alunnato presso la scuola di Léon Bakst,
Chagall comprende che la sua arte abbisogna di altri spazi e luoghi per
poter emergere. Grazie all’aiuto di un mecenate, Max Mojsevic Vinaver,
egli riesce a partire per la tanto agognata Parigi nel 1910, coronando
così il suo sogno di respirare l’aria della capitale della cultura e
delle tendenze più all’avanguardia dell’epoca. L’impatto con la ville
lumière si dimostra duro e faticoso: fame nera, camicie e lenzuoli al
posto delle tele, disordine nell’atelier dove lavora di notte, nudo, tra
stracci e sporcizia. La città, nonostante le fatiche iniziali, si
rivela una vera e propria maestra per lo sviluppo dell’arte di Chagall,
incoraggiato da scrittori e letterati, dipinge numerosi quadri in cui,
alla originaria vena russo-ebraica, si sovrappongono Cubismo, Fauvismo,
Futurismo, con effetti mirabili e sorprendenti.
L’avvicinarsi
dell’inizio del conflitto mondiale fa rientrare Marc Chagall a Vitebsk.
Nel 1916 nasce Ida, la sua primogenita. Nella sua città natale Chagall
fonda l’Istituto d’Arte, di cui sarà direttore fino al 1920: suo
successore sarà Kazimir Malevich. Chagall si trasferisce quindi a Mosca,
dove crea le decorazioni per il teatro ebraico statale ‘Kamerny’. Nel
1917 partecipa attivamente alla rivoluzione russa tanto che il ministro
sovietico della cultura nomina Chagall Commissario dell’arte nelle
regione di Vitebsk. Non avrà però successo in politica. Nel 1923 si
trasferisce in Germania, a Berlino, per tornare infine a Parigi. In
questo periodo pubblica le sue memorie in lingua Yiddish, scritte
inizialmente in russo e poi tradotte in francese dalla moglie Bella; il
pittore scriverà anche articoli e poesie pubblicati in diverse riviste e
raccolti – postumi – in forma di libro. A Parigi riallaccia i contatti
con il mondo culturale che aveva lasciato e conosce Ambroise Vollard, il
quale gli commissiona l’illustrazione di vari libri. Passa poco tempo e
nel 1924 ha luogo un’importante retrospettiva di Chagall presso la
Galerie Barbazanges-Hodeberg.
I NUMEROSI VIAGGI
– In seguito l’artista bielorusso viaggia molto, in Europa ma anche in
Palestina. Nel 1933 viene organizzata una grande retrospettiva in
Svizzera, presso il Museo d’arte di Basilea. Mentre in Europa si assiste
all’ascesa del nazismo al potere, tutte le opere di Marc Chagall in
Germania vengono confiscate. Alcune di queste figurano nell’asta tenuta
alla Galerie Fischer di Lucerna nel 1939. Lo spettro della deportazione
degli ebrei porta Chagall a decidere di rifugiarsi in America: il 2
settembre 1944 muore Bella, compagna amatissima, soggetto frequente nei
dipinti dell’artista. Chagall torna a Parigi nel 1947 per stabilirsi a
Vence due anni più tardi. Molte mostre, alcune molto importanti, gli
vengono dedicate un po’ ovunque. Inizia in questi anni una lunga serie
di decorazioni di grandi strutture pubbliche: nel 1960 crea una vetrata
per la sinagoga dell’ospedale Hadassah Ein Kerem in Israele. Nel 1962
disegna le vetrate per la sinagoga dello Hassadah Medical Center, presso
Gerusalemme, e per la cattedrale di Metz. Nel 1964 realizza le pitture
del soffitto dell’Opéra di Parigi. Nel 1965 realizza le grandi pitture
murali sulla facciata della Metropolitan Opera House di New York. Nel
1970 disegna le vetrate del coro e del rosone del Fraumünster di Zurigo.
Di poco successivo è il grande mosaico a Chicago.
Marc Chagall muore a Saint-Paul de Vence il 28 marzo del 1985, alla veneranda età di novantasette anni.
LO STILE
– Chagall nei suoi lavori si ispirava alla vita popolare della Russia
europea e ritrasse numerosi episodi biblici che rispecchiano la sua
cultura ebraica. Negli anni sessanta e settanta, si occupò di progetti
su larga scala che coinvolgevano aree pubbliche e importanti edifici
religiosi e civili. Le opere di Chagall si inseriscono in diverse
categorie dell’arte contemporanea: prese parte ai movimenti parigini che
precedettero la prima guerra mondiale e venne coinvolto nelle
avanguardie. Tuttavia, rimase sempre ai margini di questi movimenti,
compresi il cubismo e il fauvismo. Fu molto vicino alla Scuola di Parigi
e ai suoi esponenti, come Amedeo Modigliani.
I suoi dipinti sono
ricchi di riferimenti alla sua infanzia, anche se spesso preferì
tralasciare i periodi più difficili. Riuscì a comunicare felicità e
ottimismo tramite la scelta di colori vivaci e brillanti. Il mondo di
Chagall era colorato, come se fosse visto attraverso la vetrata di una
chiesa. Con il tempo il colore di Chagall supera i contorni dei corpi
espandendosi sulla tela. In tal modo i dipinti si compongono di macchie o
fasce di colore, sul genere di altri artisti degli anni Cinquanta
appartenenti alla corrente del Tachisme (da tache, macchia). Il colore
diventa così elemento libero ed indipendente dalla forma.